Fadostory – Un percorso di valorizzazione tra le vie del Fado (2° tappa – Colégios dos Meninos Órfãos)

Premessa – Il progetto A Fado Story nasce da un’idea dei fratelli Nicola De Innocentis e Bruna De Innocentis, rispettivamente ingegnere delle telecomunicazioni e consulente GIS il primo, laureata in Beni Culturali la seconda.
L’idea è basata su un itinerario descritto all’interno della tesi ‘Centro Storico di Lisbona – un percorso di valorizzazione, 2017, B. De Innocentis’, la quale intende illustrare un percorso di valorizzazione all’interno del nucleo antico della città di Lisbona. La selezione dell’edilizia civile e religiosa è avvenuta in un’area caratterizzata dalla presenza dello sviluppo dell’antico e tipico genere musicale e popolare del Fado.

Un percorso di 9 tappe, presentato in 9 puntate al termine delle quali si offrirà la pubblicazione di una mappa interattiva, per scoprire geograficamente la sequenza dei fatti narrati durante il percorso.

2° Tappa – Colégios dos Meninos Órfãos

Al lato della cappella della Vergine, un po’ più avanti sulla destra, passeggiando, troviamo un edificio che all’apparenza sembrerebbe anonimo. Troviamo qui il Colégios dos Meninos Órfãos, un orfanotrofio voluto nel 1273 dalla Regina Beatrice, moglie del Re Alfonso III. L’edificio doveva ospitare trenta bambini poveri, i quali erano istruiti e preparati per le missioni religiose in Africa ed in Brasile. Il palazzo denominato anche Palacio Amparo, ha una stretta connessione con la vicina chiesetta di Nossa Senhora da Saude. Infatti inizialmente la famosa statua della Vergine risiedeva in questo luogo.
Il 20 aprile del 1570, viene svolta la prima processione per la Madonna della salute, la cui immagine rimane nell’oratorio del collegio degli orfani fino al 1661, anno in cui l’immagine fu trasferita, definitivamente, nella vicina cappella di São Sebastião, dedicata successivamente alla Nossa Senhora da Saude. Oggi è sede della Fondazione INATEL e di un posto della PSP – Polizia Sicurezza Pubblica. Provo ad entrarci.
All’interno la porta a destra dà accesso ad un corridoio che conduce ad un cortile interno rettangolare, pavimentato e riempito con tre aiuole con alberi. Da questo portale si accede ad un atrio rettangolare, le cui pareti sono ugualmente rivestite da tre pannelli di azulejos azzurre e bianche, raffiguranti Abramo e Isacco; nella parete est si apre un arco a tutto sesto che conduce ad una scala di otto rampe e nove pianerottoli, le cui pareti sono anch’esse decorate con pannelli di azulejos raffiguranti storie del vecchio testamento nelle prime sei gradinate e pianerottoli e del nuovo testamento nelle seguenti. Facendo maggiore attenzione, salendo al livello del terzo piano, si trova un altro cortile interno, con alcuni arbusti ed alberi, nel quale si apre un passaggio con una scala inserita in un tunnel arcuato che conduce ad un altro patio con una fontana di marmo le cui fiancate sono rivestite anch’esse di pannelli di azulejos che rappresentano il bambino Gesù attorniato da dieci bambini che portano brocche.

Alla fine della visita si esce dall’edificio con una sensazione di vera meraviglia per la tanta bellezza del maiolicato che ha accompagnato i miei passi all’interno della struttura. Tale sensazione mi permette di affrontare più lievemente la salita che di lì a poco impiegherò partendo da Rua do Capelão, appena sulla destra. La strada culla del Fado è abbellita all’ingresso da una scultura di una guitarra portuguesa e lungo gli edifici da una serie di fotografie raffiguranti i più famosi artisti di Fado della storia di questo genere.


È immediata la connessione con il poema Rua do Capelão, interpretato dalla grande Amália: un tema che parla di strade fiorite di rosmarini e del suo amore perso per un gitano.
Risalgo le vie del Fado, Largo da Severa, ci si perde nella Mouraria.

Leggi anche la Scheda di Catalogo del Monumento (PDF)

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